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martedì 1 gennaio 2013

Un giorno, in treno, riflettendo su Douglas Hofstadter


Mi è capitato un giorno di avere finalmente un'ora da dedicare con calma alla lettura di "Anelli nell'io" (Mondadori 2008), libro molto interessante soprattutto per le prospettive che riesce ad aprire su tematiche inesauribili come l'individualità, la coscienza, l'empatia, il distacco, la sopravvivenza.
Mentre leggevo, come ai tempi dell'università, segnavo ciò che mi colpiva e in parte lo reinterpretavo per capirlo fino in fondo. Ed ecco che cosa ho scritto quel giorno:

ALLE PRESE CON IL MISTERO PIU' PROFONDO: LA COSCIENZA INDIVIDUALE E L'INDIVIDUALITA' CONDIVISA (pp.277/292)

La coscienza individuale, che appartiene appunto ad un unico e determinato individuo, può vivere anche in ALTRI esseri, altri individui: non però individui qualunque, ma persone che hanno capito profondamente il primo, che hanno condiviso esperienze forti con lui, che hanno partecipato in vari modi alla sua vita. E non solo le persone ma persino GLI OGGETTI possono contenere qualche elemento della coscienza individuale di ciascuno: si, le "cose" contengono frammenti di coscienza, SCHEGGE DI ANIMA, come dice Douglas, e possono ritrasmettere quest'anima in modo molto intenso (pensiamo per esempio ad una vecchia foto, un vecchio taccuino di appunti, un quaderno della scuola elementare, un cappotto, una maglietta, un pupazzetto...).
L'identità di una persona ha la possibilità di non restare chiusa in se stessa ma di essere condivisa: questo avviene quando due persone provano insieme uno stesso forte desiderio, si riferiscono in modo profondo ad uno stesso valore, si divertono e ridono per lo stesso motivo, provano entrambe empatia per qualcuno o qualcosa.
Quando il livello di condivisione tra due persone è molto alto, l'una arriva ad assumere anche la personalità dell'altra e viceversa. La coscienza individuale si arricchisce di una presenza in più e di una nuova prospettiva.
Nel corso di una vita di condivisione molto profonda, nella coscienza individuale della prima persona vengono assimilati aspetti essenziali della seconda...proprio quegli aspetti che danno origine al sé della persona stessa. Allora accade che persino dopo la morte la seconda persona continua a essere presente nella prima perché appunto il suo sé si è come ricostruito fedelmente nella prima persona.
...Hoftstadter però si chiede QUANTO l'insieme dei simboli di una persona presenti in chi l'ha amata e conosciuta profondamente, siano DAVVERO quella PERSONA. O forse la rappresentano soltanto?
Come dicevo all'inizio...la tematica affrontata non si esaurisce facilmente!
Continuiamo domani, per esplorare ancora COME VIVIAMO GLI UNI NEGLI ALTRI.



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