I motivi per cui questo libro mi è piaciuto tanto sono...tanti! Li dirò un pò a caso:
- Isabelle ha realizzato qualcosa di particolare che anch'io avrei voluto fare: è andata nell'isola di Elephant, la famosa isola di Sheckleton e del suo equipaggio straordinario. L'isola aspra e invivibile che aveva rappresentato per loro la via della salvezza!
- scrive in modo piacevolissimo, mai noioso, mai superficiale;
- dell'Antartide ti dice tutto, ma proprio tutto, in 13 brevi paragrafi;
- nel libro non troviamo soltanto la sua competenza di velista o gli aspetti quotidiani della vita sul mare aperto e tempestoso, ma anche riferimenti letterari di spessore, per esempio Baudelaire;
- racconta di isole incredibili di cui noi non sappiamo nulla eppure esistono, sono là...(Clarence, Deception, Melchiorre...);
- spiega bene le caratteristiche speciali del mondo australe come il Micalvi, la convergenza antartica, il Cliosat di Pierre Larnier, il trattato antartico e naturalmente i quaranta ruggenti e i cinquanta urlanti.
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