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martedì 15 gennaio 2013

Come viviamo gli uni negli altri: Douglas Hofstadter

La mente umana possiede una incredibile capacità rappresentazionale. Attraverso i nostri sensi possiamo interiorizzare fenomeni esterni di vario tipo e ciascuno di essi viene incorporato nella memoria in forma di simbolo. Come nel desktop le diverse icone accendono e fanno partire diverse sequenze di programmi, così i nostri simboli accendono le sequenze di esperienze che si sono sedimentate nella nostra memoria. Se più simboli si accendono insieme, posiamo replicare più esperienze in contemporanea. Ma le esperienze che noi interiorizziamo non sempre sono dirette, tante volte si tratta di idee ed avvenimenti che ci arrivano attraverso gli altri: le persone con cui comunichiamo, quelle più vicine a noi che con noi condividono i loro vissuti, ma anche persone sconosciute che ugualmente ci hanno trasmesso molto della vita, come accade per esempio con i grandi scrittori, i geni letterari che attraverso le loro pagine ci hanno fatto conoscere altri mondi. Ai nostri simboli dunque corrisponde, man mano che il tempo passa, una moltitudine di dati sensoriali,  immagini, sensazioni, emozioni, che non vengono solo da noi, dalla nostra vita di singoli individui, ma anche dagli "altri" e dalle loro vite.
Hoftsadter parla di "universalità rappresentazionale".
"...l'universalità rappresentazionale e la fame quasi insaziabile di esperienze indirette che essa crea sono solo a un passo dall'empatia, che considero la più ammirevole delle qualità umane. "Essere" qualcun altro in maniera profonda non significa semplicemente condividere la sua visione intellettuale del mondo e sentirsi radicati nei luoghi e nei tempi che l'hanno plasmato nel suo processo di crescita; è molto più di questo. E' adottare i suoi valori, avere i suoi desideri, vivere le sue speranze, sentire i suoi struggimenti, condividere i suoi sogni, rabbrividire ai suoi spaventi, partecipare alla sua vita, fondersi con la sua anima." (Anelli nell'io, p.299)



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